La melata appiccicosa cade dalle piante, l'intervento è precluso per la tutela delle api

La presenza di melata sulle alberature è rituale in questo periodo dell’anno, insieme a qualche disagio creato dalla sua caduta a terra o su persone e cose.

Anthea sta ricevendo numerose segnalazioni perché la sostanza appiccicosa provoca fastidio e viene chiesto di intervenire.

Il fenomeno è evidente in particolar modo sulle piante di tiglio. Rispetto agli anni passati gli ultimi due mesi sono stati molto caldi e la sostanziale mancanza di pioggia ha amplificato il fenomeno come da molti anni non si verificava.

Anthea precisa che su queste alberature gli interventi fitosanitari non sono consentiti, se non alla fine della fioritura, che avverrà dopo la metà giugno. Gli interventi sono preclusi da una precisa normativa che tutela le api impollinatrici che frequentano le piante in questo periodo.

La melata è una sostanza appiccicosa che sporca pavimenti, cancelli, ringhiere, muretti ed automobili; è prodotta dagli afidi, insetti infestanti, che si nutrono della linfa delle piante assumendola dalle foglie. Gli insetti producono una sostanza zuccherina appiccicosa che è molto appetita dalle formiche. Questa sostanza è formata da zuccheri che possono formare anche delle muffe che anneriscono le foglie della pianta.

In linea generale la sostanza non è pericolosa per la salute delle persone e degli animali, nemmeno per la pianta infestata; è solo fastidiosa per la sua collosità e per lo sporco che crea negli ambienti circostanti. Fastidio che può essere temporaneamente alleviato a mezzo di lavaggi con semplice acqua a pioggia.

Gli interventi anti afidi sul tiglio sono in genere sconsigliati, sono comunque vietati in questo periodo per tutelare le api che li frequentano assiduamente per utilizzare sia il nettare dei fiori stessi, ma anche la melata, per produrre miele.

A fine fioritura, indicativamente dopo il 15 giugno, le alberature saranno trattate con prodotti ecologici lavanti e detergenti a base di saponi e alghe di origine naturale, non tossici anche per le api stesse che comunque frequenteranno sempre meno le piante, una volta terminata la fioritura.


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