"Attenzione anche alla fragilità psicologica". Appello del Presidente di Confartigianato, Davide Cupioli

Purtroppo ci risiamo. La seconda ondata provocata dal nuovo DPCM, con le restrizioni ritenute utili a contrastare il contagio che sale e la connessa emergenza sanitaria, di fatto ci mette in una condizione di nuovo lockdown.

Le scelte operate porteranno tante aziende alla condizione di stallo operativo. Non è valso a nulla, per noi piccole e medie imprese, mostrare un atteggiamento di collaborazione e assecondare le richieste di adeguarci con dispositivi, sanificazioni, disciplina nella gestione dei clienti e tanto altro. Mentre noi facevamo enormi sacrifici, chi doveva agire sul fronte della sanità, scuola e trasporti, s’è preso una vacanza.

A noi hanno detto che se queste regole le avessimo osservate avremmo garantito la sicurezza dei clienti e la nostra. Abbiamo generalmente ubbidito, abbiamo perso fatturato e reso instabile la condizione dei nostri dipendenti e la nostra, ma abbiamo resistito.

Questo secondo lockdown, perché nella realtà di questo si tratta per moltissime imprese, introduce un altro argomento che è quello della fragilità psicologica che coglie persone stremate dalla rincorsa ai DPCM, dall’instabilità delle loro imprese e dall’incertezza sul possibile futuro. Qualcosa per cui hanno speso la vita. Questa seconda ondata è devastante per il morale di chi in questi mesi ha già sofferto abbondantemente.

Per questo mi sento di rivolgere un appello, che per una volta non mira soltanto al sostegno economico, alla rivendicazione di un contributo vero e tempestivo. Tutte richieste che restano sul tavolo.

Voglio dire a tutte le imprese artigiane di ogni settore che sono la spina dorsale dell’economia di questo Paese e del nostro territorio, di non arrendersi. Voglio dire agli imprenditori di attaccarsi con forza ai valori generati dai sacrifici fatti in tutta la vita, in moltissimi casi anche da quelli fatti dai nostri genitori prima di noi. Dobbiamo continuare a lottare, dobbiamo aiutarci anche nelle piccole cose quotidiane. E ai concittadini, chiedo di pensare alle piccole botteghe, ai piccoli negozi. La situazione è durissima, siamo al limite del crollo.

Non c’è bisogno di fare grandi cose, ma serve rimanere uniti, sostenerci a vicenda per vincere anche questa battaglia. Partiamo dalla prudenza, dall’indossare con scrupolo la mascherina, rispettare le distanze, igienizzare le mani. Anche questo aiuta le imprese a non incorrere nelle possibili sanzioni.

Ma serve anche continuare a vivere la quotidianità, magari con orari diversi. Sono veramente convinto che ne usciremo solo se ci aiutiamo tra di noi.

Dobbiamo resistere, adottare i comportamenti che aiutano a venirne fuori. Dobbiamo garantire a tutti la qualità della vita e la libertà di una vera democrazia, non solo economica ma anche politica.

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