Giorno della Memoria: Medaglia d'Onore a Antonio Gamucci

Dopo averlo accompagnato a Rimini per ricevere la Medaglia d’Onore dalle mani del Prefetto Giuseppe Forlenza al teatro Galli, il Sindaco Fabrizio Piccioni ha voluto trattenersi con Luca Gamucci ed ascoltare la storia del padre Antonio, deportato da Bolzano proprio l’8 settembre 1943, giorno dell’armistizio, mentre svolgeva il suo ruolo di marconista.

La storia e quella degli IMI (Internati Militari Italiani), i 700mila soldati deportati nei campi di concentramento fra il 1943 e il 1945. La loro è una storia di ‘resistenza sconosciuta’, perché tranne pochissimi, tutti resistettero alla tentazione di tornare in Italia per stare al fianco delle SS e combattere contro i compatrioti italiani.

Anche Alessandro Natta fu uno di loro, per tanti anni quella storia non fu raccontata e al politico fu anche impedito fino al 1994 di diffondere un libro al proposito.

"E’ un riconoscimento storico e atteso – il commento di Luca Gamucci – che mi tiene vicino a mio padre sofferente in vari campi di concentramento fra Germania e Polonia fino al 1945. Tornò stremato, senza nulla. Evitava di raccontare i dettagli, preferiva sdrammatizzare come raccontasse una filastrocca, proprio come ha fatto Benigni nel suo celebre film ‘La vita è bella’. Non voleva dirci delle atrocità ricevute, lo abbiamo capito dopo. Peccato che l’Italia non abbia riconosciuto lo status di prigioniero, mentre vennero maltrattati anche nei centri di raccolta degli Alleati. Questa medaglia ha un grande valore simbolico".

Luca Gamucci, figlio 60enne, ora sposato a Misano e residente con la famiglia.

Il Comune di Misano ha aggiunto altre iniziative. Alla Biblioteca un angolo è stato caratterizzato dai libri sui temi della Memoria e della Resistenza, mentre agli studenti è stato recapitato uno scritto di Anna Frank del 15 luglio 1944 dal Vicesindaco Mariaelena Malpassi.

Saranno anche deposti dei fiori sulla base della lapide in ricordo della famiglia ebrea dei Matatia, a Misano ricordata con la dedica di un luogo in memoria della loro sofferenza.

"I racconti e gli scritti – dice Fabrizio Piccioni, Sindaco di Misano Adriatico – ci trasmettono insieme una grande rabbia per le sofferenze procurate a milioni di persone e la forza di difendere a tutti i costi la libertà che ci è stata consegnata. Abbiamo voluto fare la nostra parte, trasferendo parole e simboli ai più giovani. E’ un atteggiamento che non possiamo ritrovare solo in queste giornate, ma deve caratterizzare ogni gesto, ogni rapporto umano".


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