L'Ordine degli Architetti di Rimini ricorda Giancarlo De Carlo e invoca una nuova domanda di architettura

Roberto Ricci, Presidente dell’Ordine: "L’architetto non è una figura tecnica che applica norme, ma il professionista che favorisce slancio verso la ricerca di bellezza. Torniamo ai concorsi di architettura". Tre appuntamenti: il 4 e 5 ottobre, poi a fine novembre fra incontri, dibattiti, mostre e un contest fotografico Al termine del ciclo, dagli architetti un ‘manifesto programmatico’ per il riuso del moderno

A cento anni dalla nascita e a cinquanta dal progetto del suo ‘storico’ Piano del Nuovo Centro di Rimini, l’Ordine degli Architetti della provincia di Rimini ricorda la figura di Giancarlo De Carlo e a partire dall’impronta della sua presenza a Rimini, fra il 1965 e il 1975, ne rilancia le intuizioni con la convinzione che siano di straordinaria attualità.

Il Riuso del Moderno è il titolo dell’articolata iniziativa che partirà il 4 e 5 ottobre con Rimini On Air e proseguirà a fine novembre con due weekend densi di incontri, mostre e dibattiti.

L’appuntamento di Rimini avviene insieme a tanti altri che, a partire dalla Triennale di Milano, ricordano a livello internazionale un architetto che rappresenta un punto di riferimento per i progettisti di mezzo mondo.

‘Condivisione e partecipazione sono una condizione non contrattabile’: si può riassumere così in estrema sintesi il pensiero dell’architetto urbanista che fu chiamato a Rimini dall’allora sindaco Walter Ceccaroni per donare qualità ad una città reduce da un decennio difficile e col freno a mano tirato.

Sono tre gli appuntamenti da segnare in agenda:

il primo è per venerdì 4 e sabato 5 ottobre con Rimini On Air 1969-2019, un omaggio a Giancarlo De Carlo che si avvierà con un convegno dal titolo ‘Rimini: Partecipazione e progetto urbano nel Piano De Carlo’.

Nella prima giornata (dalle 16.00 alla palazzina Roma in piazzale Fellini) verranno affrontati i diversi aspetti della ‘partecipazione’ contenuti nella ricca documentazione della storia del Piano.

Nella seconda giornata (dalle 10.00 sempre alla palazzina Roma) il dibattito prenderà in esame gli attuali contenuti della "partecipazione" in diverse esperienze di rigenerazione urbana, riuso o progettazione condivisa, cercando di "misurare", attraverso modalità e metodologie plurime, il concetto di "partecipazione" nella sua vasta e mutevole accezione.

Atteso il contributo dei protagonisti della vita pubblica cittadina, a vario titolo coinvolti sui temi e le scelte riguardanti il futuro della città. La politica e i professionisti, gli appassionati e i cittadini, potranno ascoltare e confrontarsi su quello che si può definire il ‘metodo De Carlo’.

Le giornate sono curate dagli architetti Fabio Tomasetti e Riccardo Bellini. Il progetto ha il patrocinio del Comune di Rimini e della Regione Emilia-Romagna.

Gli altri due appuntamenti saranno a fine novembre: il primo il 23 e 24. il secondo dal 29 al 1 dicembre, sotto il titolo ‘Tutela e Riuso del Moderno’.

Sarà proposto un contributo specifico e appassionato che l’Ordine degli Architetti intende offrire alla città e a chi ne ha a cuore il suo futuro, a partire da una famosa frase di Giancarlo De Carlo: «Si ha la partecipazione quando tutti intervengono in egual misura nella gestione del potere, oppure – forse così è più chiaro - quando non esiste più il potere perché tutti sono direttamente ed ugualmente coinvolti nel processo delle decisioni».

"La rigenerazione urbana va considerata l’alternativa virtuosa alle espansioni incontrollate e al consumo di suolo – dice il presidente dell’Ordine provinciale Roberto Ricci – Il ciclo di incontri guarda ad architetture e spazi realizzati tra l’inizio del Novecento e gli anni Sessanta per indagare e verificare, in termini propositivi, un ambito operativo ‘urgente’ che deve accogliere una eredità storica da preservare e trasmettere alle future generazioni".

"Proponiamo – continua Ricci - un confronto critico sull’identità del ruolo futuro degli architetti nella nostra società e nella nostra città, con lo scopo di tornare a parlare pubblicamente di territorio, accendendo un faro per una nuova domanda di architettura, intesa come richiesta di cultura, qualità, trasparenza e legalità. Puntiamo a superare l’effimera figura dell’archistar, del tutto autoreferenziale, per affermare un’azione professionale "diffusa" e condivisa, in grado di poter interagire all’interno degli stessi processi decisionali.

L’architetto non è solo un tecnico all’interno di un quadro di norme, ma offre una visione umanistica senza la quale rimane aperta la sola porta della sterile prospettiva dello "specialista", precludendo ogni possibile slancio verso una rinnovata ricerca di Bellezza".

Agli incontri si aggiungerà un programma di mostre (22 novembre - 1 dicembre) e un contest fotografico (al via il 15 ottobre) sul tema del Riuso, rivolto ai cittadini che intendono documentare, sul territorio, semplicemente con uno smartphone, episodi di abbandono o di sottoutilizzo di edifici, o contesti di particolare rilevanza costruiti a partire dal 1900.

L’iniziativa dell’Ordine degli Architetti sfocerà nella diffusione di un Manifesto Programmatico per il Riuso del Moderno, un contributo concreto su come trasformare i luoghi urbani legati al Moderno, attualmente intrisi di problematiche, in spazi nuovamente attrattivi

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