START, sullo sciopero a Ravenna diciamo la nostra
Lo sciopero di 24 ore proclamato a Ravenna dalle organizzazioni sindacali impone un chiarimento, al fine di dare un contorno più preciso rispetto a quanto comunicato dai sindacati.
Il tema della sicurezza del trasporto pubblico è un punto basilare per Start Romagna, l’azienda lo affronta con coscienza, senso di responsabilità e piena trasparenza, a tutela di lavoratori e fruitori del servizio, rigettando categoricamente l’idea che voglia risparmiare riducendo i costi della sicurezza.
I casi di minor durabilità di alcuni mozzi sono da ricondursi ad un aspetto strutturale, riconosciuto anche dalla società costruttrice Industria Italiana Autobus. Riguarda una tipologia di mezzi urbani da 8 metri presenti in azienda, si tratta di 48 autobus su una flotta di circa 600 mezzi. Il problema come più volte dibattuto coi sindacati e ancor più con i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, non è dovuto alla mancata o ritardata manutenzione da parte aziendale.
Dal primo evento del 2018 è stata coinvolta la società costruttrice, che ha approfondito la problematica e fornito delle misure correttive puntualmente adottate, a partire dalla totale sostituzione dei mozzi, forniti dal costruttore stesso, su tutti i 48 veicoli.
Sono seguite prescrizioni, ulteriori istruzioni sono state fornite recentemente dall’AUSL di Ravenna. L’azienda si è puntualmente attenuta alle indicazioni ricevute, senza registrare nuovi episodi di rotture dei mozzi in linea dal 2022 fino a sabato scorso.
A prescindere dall’esito delle verifiche, nelle more delle nuove ed ulteriori azioni nei confronti del costruttore, l’azienda adotterà da subito una più frequente azione di monitoraggio sullo stato dei mozzi.
Quanto all’organizzazione delle officine, l’azienda ha sottoscritto un accordo con le organizzazioni sindacali maggioritarie con l’obiettivo di incrementare l’efficienza attraverso l’omogeneizzazione delle 4 officine presenti in Start; tale accordo ha determinato l’inserimento di 12 nuovi lavoratori. Auspichiamo che quanto prima in tutti i territori venga accettata questa nuova organizzazione che vuole guardare all’evoluzione che le officine dovranno avere per rispondere alla flotta che la transizione ecologica prevede.