Valmarecchia: le associazioni ambientaliste e animaliste raccontano favole

Come si fa a non essere d’accordo con una favola dal lieto fine? 14 associazioni animaliste e ambientaliste si sono ritrovate su un tema caldo, il futuro della Valmarecchia, insieme a quella Provincia che dal referendum del 2006 ha disatteso sostanzialmente ogni promessa, per elencare una serie questioni sul tavolo da decenni, alimentando col loro pensiero l’idea di un mondo che non esiste. Quello, appunto, delle favole.

Sui tempi di percorrenza della Marecchiese ci spiegano che non ci sono i numeri per dire che fino a Villa Verucchio serve risolvere un problema di traffico. Probabile abbiano assunti quelli che la Provincia dell’ex Presidente Santi ha pensato di rilevare durante il Covid. Ma tant’è.

Non serve abbreviare quei tempi, serve invece "una visione di più ampio respiro e un ragionamento complessivo che non riguarda solo gli spostamenti, ma che deve considerare contemporaneamente diverse questioni". E segue un elenco di richieste rigorosamente martoriato dalle scelte storiche e dall’attuale immobilismo dell’interlocutore scelto, la Provincia di Rimini.

Una delle richieste è quella di far circolare meno macchine per rendere ‘autosufficienti’ i territori, aggiungendo infrastrutture di servizio. Le 14 associazioni la condividono con chi, dopo il referendum dell’annessione dei comuni dell’alta Valmarecchia, aveva fatto quelle promesse per poi agire al contrario.

Nel mondo delle favole ci sono meno macchine in circolazione perché tutti salgono sul bus, le strade diventano sentieri per le passeggiate e la colonna sonora è il cinguettìo degli uccellini. Ci sono ospedali, scuole, posti di lavoro a distanza di bicicletta o monopattino.

E se serve attraversarla, la valle, la strada viene sostituita da un mezzo che corre su sede propria; un treno, un MetroValle, non si capisce.

Forse pensano di eliminarla proprio la strada, perché è difficile capire dove andrebbero inserite queste sedi proprie senza intervenire ‘aggiungendone’, come si è fatto col Metromare.

No ad una nuova infrastruttura viaria, sì ad una ‘fluidificazione della viabilità esistente’. Lo dicono a chi si vanta (la Provincia) di aver speso milioni per fluidificare e mettere in sicurezza la strada. Col risultato attuale. No a transiti più rapidi perché alterano l’ecosistema e gli interventi sarebbero utili solo ad una parte di cittadini. Decidono loro quelli che possono muoversi rapidamente. Da stropicciarsi gli occhi.

La parte finale delle richieste, un elenco mandato a memoria di richieste tratte dal mondo dei sogni, è proprio il copia-incolla di un antico modo di condurre i ragionamenti, riconducibile al classico ‘chiediamo che tutto cambi perché nulla cambi’. Nelle favole ci sono scritte queste parole.

Nella realtà ci sono aree disboscate dalla presenza di famiglie e imprese, con un territorio che senza presidio si sbriciola ad ogni pioggia, bus del tpl soffocati nel traffico che produce un enorme inquinamento, ambulanze che si fanno il segno della croce prima di partire, aziende di ogni dimensione che perdono in competitività per via dei tempi di trasferimento di dipendenti, clienti e collaboratori. E se ne vanno.

Il Comitato Valmarecchia Futura non ha contezza di un imminente incontro fra Provincia, Anas e Arch. Preger visto che tutto l’aspetto progettuale è stato trasferito ad ANAS e che – questo ci risulta – mancherebbero ancora documenti che dalla Provincia rigorosamente tardano ad arrivare, in piena coerenza con l’atteggiamento di boicottaggio assunto sin dal primo giorno con l’operato di Santi ed ora in continuità con quello di Sadegholvaad.

Per la cronaca, il Comitato Valmarecchia Futura attende da mesi un incontro con la Provincia.

Cari comitati, tanto rispetto per i vostri ideali, ma quando si scrivono manifesti serve anche arrivare a proposte concrete.

Perché la Valmarecchia, tutta, secondo noi deve essere a misura di chi ci vive e non di chi la usa.

Comitato Valmarecchia Futura


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