Rimini Life: Asi replica a Confesercenti
L’intervento puntuale e atteso del Direttore di Confesercenti tradisce una scarsa conoscenza del progetto Rimini Life, fattore fondamentale per chi guida un’associazione del commercio ed intervenire sul tema.
Siamo disposti ad incontrarlo, a presentare a lui e a chiunque lo creda utile il dossier che analizza sia i flussi di traffico che improvvisamente sono pronosticati come un problema, sia la situazione dell’offerta alimentare della distribuzione organizzata.
Su quest’ultima, immaginiamo materia quotidiana per una associazione fra commercianti, ci sono dati chiari su diffusione di supermercati, concorrenza fra insegne e spese dei cittadini, dati che pongono Rimini in una condizione molto svantaggiata.
Ogni famiglia a Rimini di media spende 4.600 euro annui rispetto ai 4.000 euro annui di Bologna che è capoluogo di Regione, proprio perché l’offerta è sottodimensionata è concentrata.
Dichiarare che "Non crediamo che un nuovo insediamento commerciale rappresenti l’interesse pubblico che giustificherebbe lo strumento dell’accordo di programma per accelerare i tempi" significa ribaltare il ragionamento senza averne compreso i fondamentali. Direttore Pari, il commerciale è la parte di funzione privata che garantisce l’equilibrio economico ad un intervento che abbiamo proposto con numerose funzioni pubbliche.
Su imminenti autorizzazioni ad altre insegne, ricordo al Direttore Pari che dal 2012, grazie ad una Legge non esiste più il contingentamento delle autorizzazioni.
Riguardo la superficie destinata alle lavorazioni del fresco, ai magazzini e ai servizi (che a seguito delle norme Covid, hanno subito una necessità di incremento per garantire distanziamento e possibilità di compartimentazione), si sta oltrepassando il limite della democrazia, volendo imporre regole che non esistono circa il rapporto tra la superficie di vendita e quella degli accessori.
Temo che qui il problema stia per passare dal supermercato all’insegna. Ricordo al Direttore Pari che il Piano integrato del 1999 prevedeva 4.500 mq di commerciale, il PSC che è l’attuale strumento del territorio prevede una struttura commerciale con 1.500 mq di vendita, la stessa amministrazione con l’adesione al bando del PIERS ha previsto una superficie di vendita di 1.500 mq.